In Italia, l’edilizia è tra i principali responsabili di consumo energetico e inquinamento, ma rappresenta anche uno dei più grandi motori per una transizione ecologica concreta. A Padova, città storicamente sensibile ai temi ambientali, l’impatto del costruito sull’inquinamento atmosferico è significativo, ma non ignorato. In questo approfondimento analizziamo i dati, le politiche locali, le buone pratiche degli studi tecnici come Restauriamo Casa e il ruolo strategico di cittadini e architetti nella rigenerazione urbana sostenibile. Con esempi virtuosi, numeri aggiornati e riflessioni di esperti, raccontiamo perché riqualificare non è solo un’opportunità, ma un’urgenza collettiva.
Il Consumo dell’Edilizia in Italia e il Suo Impatto Ambientale
Il settore edilizio rappresenta uno dei principali motori economici dell’Italia, contribuendo significativamente al PIL nazionale, ma allo stesso tempo è tra i maggiori responsabili del degrado ambientale. L’attività edilizia, infatti, incide su più fronti: il consumo di risorse naturali (come acqua, sabbia, ghiaia, calce e cemento), il consumo di suolo, le emissioni di CO₂ durante la costruzione e l’uso degli edifici, oltre alla produzione di rifiuti derivanti da demolizioni e ristrutturazioni. Secondo il Rapporto ISPRA 2024 sul consumo di suolo, ogni giorno in Italia vengono impermeabilizzati in media 19 ettari di suolo, l’equivalente di oltre 27 campi da calcio. Le nuove costruzioni si concentrano perlopiù in aree agricole, con gravi impatti sull’ecosistema: perdita di biodiversità, alterazione dei cicli idrologici, aumento delle isole di calore urbane e incremento del rischio idrogeologico (fonte ISPRA).
Dal punto di vista delle emissioni, l’edilizia – considerando sia la fase di costruzione che quella di gestione degli edifici (riscaldamento, raffrescamento, illuminazione, ecc.) – rappresenta circa il 37% delle emissioni globali di CO₂ legate all’energia, secondo i dati del Global Status Report for Buildings and Construction 2023 dell’UNEP. In Italia, il 45% del consumo energetico totale è riconducibile agli edifici residenziali e terziari. Questo è dovuto sia all’obsolescenza del patrimonio edilizio – gran parte degli edifici è stata costruita prima degli anni ‘90, senza criteri di efficienza energetica – sia alla scarsa diffusione di fonti rinnovabili e tecnologie a basso impatto. Non a caso, la strategia nazionale di decarbonizzazione prevede la riqualificazione energetica di oltre 15 milioni di edifici entro il 2050, un traguardo ambizioso che implica profondi cambiamenti nel modo in cui progettiamo, costruiamo e abitiamo gli spazi (fonte ASviS).
L’Inquinamento a Padova: Un Focus sul Ruolo dell’Edilizia
Padova, situata nel cuore della pianura padana – una delle aree più inquinate d’Europa – riflette in modo emblematico le sfide ambientali del contesto urbano italiano. Secondo l’ultimo report di Legambiente, “Mal’Aria di Città 2025”, Padova ha registrato nel 2024 una concentrazione media di PM10 pari a 30,7 µg/m³, ben al di sopra della soglia raccomandata dall’OMS di 15 µg/m³. Per rispettare i nuovi limiti comunitari previsti al 2030, la città dovrebbe ridurre le proprie emissioni da polveri sottili del 35%, una sfida enorme considerando la combinazione di fattori che contribuiscono all’inquinamento: trasporti, attività industriali, riscaldamento domestico e, appunto, edilizia (fonte Legambiente).
Il ruolo dell’edilizia nel quadro dell’inquinamento cittadino è spesso sottovalutato, ma cruciale. Gli edifici, specie se mal isolati o datati, richiedono elevate quantità di energia per la climatizzazione. A Padova, circa il 70% del patrimonio edilizio è in classe energetica bassa (E, F, G), il che significa consumi elevati e uso predominante di caldaie a gas o gasolio. Inoltre, l’espansione urbana – soprattutto quella incontrollata nelle aree periferiche – ha aumentato il consumo di suolo, riducendo la capacità del territorio di mitigare naturalmente l’inquinamento (ad esempio tramite alberature e suolo permeabile) e aumentando l’effetto “isola di calore”. Gli interventi edilizi inefficienti o non regolamentati contribuiscono quindi non solo alle emissioni di CO₂, ma anche all’aggravamento della qualità dell’aria e alla perdita di servizi ecosistemici essenziali.

Ecco un grafico a torta che rappresenta in modo visivo la stima della ripartizione delle principali fonti di inquinamento atmosferico a Padova nel 2024.
Come si può vedere:
- Il traffico veicolare è la prima fonte di inquinamento (35%), seguito dal riscaldamento domestico (30%).
- L’edilizia, comprendendo sia le emissioni dirette che il consumo di suolo e l’effetto “isola di calore”, rappresenta un contributo significativo (15%).
- Il restante è suddiviso tra attività industriali e altre fonti minori.
Le Iniziative del Comune di Padova per Mitigare l’Inquinamento Legato all’Edilizia
Padova si sta dimostrando una delle città più attive in Italia sul fronte della sostenibilità ambientale e della rigenerazione urbana. L’amministrazione comunale ha elaborato una serie di politiche strategiche per affrontare le criticità ambientali derivanti dall’edilizia, in particolare attraverso due strumenti chiave: il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC) e l’adesione alla Missione 100 Climate-Neutral and Smart Cities dell’Unione Europea.
🔍 Il PAESC di Padova
Approvato nel 2021, il PAESC di Padova è un documento strategico che ha l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO₂ del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005. Questo ambizioso piano si basa su un’analisi puntuale del consumo energetico e delle emissioni in città, e propone interventi trasversali che toccano la mobilità, l’edilizia, l’energia e il verde urbano.
Per quanto riguarda l’edilizia, il PAESC prevede:
- La riqualificazione energetica profonda del patrimonio edilizio esistente, sia pubblico che privato.
- L’installazione diffusa di impianti fotovoltaici e soluzioni di produzione energetica da fonti rinnovabili.
- L’introduzione di criteri ambientali minimi (CAM) nei bandi pubblici per la ristrutturazione di scuole, palestre e altri edifici comunali.
- La creazione di sportelli energia per supportare i cittadini nell’accesso agli incentivi fiscali e alle soluzioni tecniche disponibili.
🌍 La Missione UE: “100 città a impatto climatico zero”
Nel 2022, Padova è stata selezionata dalla Commissione Europea tra le 100 città europee pilota per la neutralità climatica. Questo inserimento consente alla città di accedere a fondi speciali, consulenze tecniche e reti di collaborazione europea per accelerare la transizione ecologica.
Nello specifico, Padova ha sviluppato il progetto “Padova 2030 – Città Carbon Neutral”, che include:
- La creazione di distretti energetici locali con reti di teleriscaldamento, energia condivisa e comunità energetiche rinnovabili.
- Un piano per la transizione energetica degli edifici condominiali, attraverso progetti collettivi gestiti con supporto tecnico-finanziario da parte del Comune.
- Collaborazioni con università, imprese e cittadini per promuovere un modello di rigenerazione urbana partecipata e circolare.
📊 Alcuni numeri chiave:
- Oltre 80 edifici comunali sono stati oggetto di interventi di riqualificazione energetica dal 2015 a oggi.
- Più di 3.000 famiglie hanno beneficiato di bonus e incentivi per ristrutturazioni green negli ultimi tre anni.
- 2 nuove comunità energetiche rinnovabili sono attualmente in fase di attivazione nei quartieri Arcella e Guizza.
Cosa Possono Fare i Cittadini e gli Architetti per Contrastare l’Inquinamento Edilizio: Il Caso di Restauriamo Casa
La transizione ecologica non può prescindere dal contributo attivo di tutti: enti pubblici, imprese, professionisti, ma soprattutto cittadini e architetti. In una città come Padova, dove le sfide ambientali si intrecciano con il patrimonio edilizio esistente, il ruolo della partecipazione dal basso è cruciale per trasformare i quartieri in spazi più vivibili, resilienti e sostenibili.
👥 Cosa può fare il singolo cittadino?
Ogni cittadino ha la possibilità di contribuire in modo concreto, soprattutto sul fronte dell’abitare. Alcune azioni chiave includono:
- Riqualificare energeticamente la propria abitazione, usufruendo di strumenti come il Superbonus 110%, il Bonus Casa o il Conto Termico. Anche piccoli interventi come l’installazione di doppi vetri o la coibentazione dei tetti possono portare a un risparmio energetico significativo.
- Entrare a far parte di una Comunità Energetica Rinnovabile (CER), condividendo energia prodotta localmente da fonti rinnovabili, come pannelli fotovoltaici installati su condomini o edifici pubblici.
- Ridurre l’utilizzo di combustibili fossili passando, ad esempio, a pompe di calore elettriche o a sistemi di riscaldamento centralizzati più efficienti.
- Promuovere il verde urbano: piantare alberi nei giardini privati, adottare aiuole urbane, sostenere orti condivisi nei quartieri.
➡️ Un caso interessante: nel quartiere di Voltabarozzo, un gruppo di condomini ha avviato un progetto di efficientamento energetico collettivo che ha portato all’isolamento termico di tre palazzine, con risparmi in bolletta fino al 40% e una riduzione delle emissioni stimata in 25 tonnellate di CO₂ all’anno.
🏗️ Il ruolo degli architetti nella transizione verde
Gli architetti hanno la responsabilità e l’opportunità di progettare edifici non solo belli, ma anche sani, efficienti e integrati con l’ambiente. In questo contesto, le buone pratiche includono:
- L’uso di materiali naturali e riciclati (canapa, legno certificato, terra cruda, sughero) per ridurre le emissioni embodied (legate alla produzione dei materiali).
- La progettazione secondo i principi della bioarchitettura e del passive design, che riducono la necessità di riscaldamento e raffrescamento artificiali.
- L’inserimento del verde negli edifici (tetti verdi, pareti vegetali), che migliora il microclima urbano e assorbe inquinanti.
- La promozione di progetti partecipati, che coinvolgano i cittadini nelle scelte progettuali, rafforzando la consapevolezza ambientale.
🏡 Il contributo di “Restauriamo Casa”
Lo studio padovano Restauriamo Casa, da sempre impegnato nella riqualificazione del patrimonio edilizio, rappresenta un’eccellenza locale nella promozione dell’edilizia sostenibile. Il loro approccio si fonda su tre pilastri:
- Ristrutturazioni energetiche chiavi in mano, che accompagnano il cliente dalla diagnosi energetica iniziale fino alla gestione delle pratiche fiscali e dell’esecuzione dei lavori, con particolare attenzione al comfort abitativo e al contenimento dei consumi.
- Integrazione di tecnologie pulite, come impianti fotovoltaici, solare termico, pompe di calore e sistemi domotici per l’ottimizzazione dei consumi.
- Recupero di edifici esistenti, con soluzioni su misura anche per immobili storici, rispettando vincoli paesaggistici e architettonici ma migliorandone l’efficienza energetica.
👉 Tra i progetti più rappresentativi dello studio c’è la riqualificazione di una villa bifamiliare a Chiesanuova, dove l’intervento ha portato il fabbricato da classe energetica G a classe A2, grazie a un mix di cappotto termico, impianti green e domotica intelligente
📊 Dati statistici: edilizia e sostenibilità in Italia e in Europa
Per comprendere l’urgenza della transizione energetica in edilizia, basta osservare alcuni numeri chiave:
- In Italia, circa il 75% degli edifici residenziali è stato costruito prima del 1990, quindi prima dell’introduzione di normative sull’efficienza energetica (ENEA, 2023).
- Il 74% delle abitazioni italiane rientra nelle classi energetiche E, F o G. Solo il 3% è in classe A o superiore.
- Il patrimonio edilizio è responsabile di circa il 45% del consumo totale di energia in Italia e di quasi il 36% delle emissioni di CO₂ (Istat, Rapporto Ambiente 2024).
- Nel 2023, solo il 6% degli interventi di ristrutturazione edilizia ha incluso una vera riqualificazione energetica, evidenziando una forte disconnessione tra incentivi disponibili e capacità di realizzazione tecnica (Cresme, 2023).
A livello europeo, la Commissione UE ha stimato che per raggiungere gli obiettivi del Green Deal Europeo, entro il 2030 sarà necessario ristrutturare almeno 35 milioni di edifici e creare fino a 160.000 nuovi posti di lavoro nel settore dell’edilizia sostenibile (fonte: Renovation Wave Strategy, 2021).
🌍 Esempio internazionale: Friburgo, la città verde della Germania
Un caso emblematico di rigenerazione edilizia sostenibile è quello di Friburgo in Brisgovia, in Germania. Nota come la “città più ecologica d’Europa”, Friburgo ha trasformato il quartiere Vauban, ex base militare, in un modello globale di ecoquartiere.
Caratteristiche del progetto Vauban:
- Tutti gli edifici sono costruiti secondo lo standard Passive House, con consumi energetici inferiori a 15 kWh/m² all’anno.
- Presenza diffusa di tetti verdi, fotovoltaico, raccolta acqua piovana e materiali da costruzione a basso impatto.
- Mobilità dolce e assenza quasi totale di auto private: il quartiere è servito da tram, piste ciclabili e car sharing.
- Il progetto è nato dal basso, grazie a cooperative di cittadini che hanno co-progettato gli edifici insieme a studi di architettura e urbanisti.
👉 Friburgo dimostra che un approccio integrato e partecipativo all’edilizia può portare non solo benefici ambientali, ma anche un alto livello di qualità della vita urbana.
Conclusione
L’edilizia, spesso percepita solo come settore tecnico o economico, è in realtà uno dei fronti più importanti della battaglia per il clima e la salute urbana. A Padova, come in molte città italiane, gli edifici non efficienti contribuiscono in modo sostanziale all’inquinamento atmosferico, al consumo di suolo e allo spreco energetico. Tuttavia, questa criticità nasconde anche un enorme potenziale: riqualificare significa non solo risparmiare, ma anche trasformare la città in un luogo più sano, equo e resiliente.
Le politiche del Comune di Padova, le esperienze virtuose come quelle dello studio “Restauriamo Casa” e l’impegno quotidiano di cittadini e architetti dimostrano che il cambiamento è possibile. E necessario.
Il futuro non si costruisce da soli: si progetta insieme, con visione, strumenti adeguati e una rete di soggetti attivi.
📣 Cosa puoi fare da subito
- Se sei un cittadino, informati sugli incentivi disponibili, richiedi una diagnosi energetica per la tua abitazione e valuta la possibilità di unirti a una Comunità Energetica.
- Se sei un architetto o un progettista, abbraccia una visione integrata: materiali naturali, efficienza, partecipazione, estetica e clima devono dialogare nel tuo lavoro.
- Se sei parte di un’amministrazione locale, investi in rigenerazione urbana, sportelli energia e sensibilizzazione della cittadinanza.
Tutti possiamo fare la nostra parte. E tutti ne beneficeremo.