Cappotto termico o Fotovoltaico

da | 17 Apr, 2024 | Riqualificazione Energetica, Ristrutturazione

Cappotto o Fotovoltaico: cosa scegliere?

Il cappotto termico è uno degli interventi più diffusi per migliorare energeticamente un’abitazione: ma sei davvero sicuro sia la soluzione più adatta alle tue esigenze? Noi di Restauriamo Casa ti aiuteremo a capire il perchè.

Proviamo infatti a calcolare la spesa per il consumo di metano e quella per il consumo di corrente elettrica di una famiglia tipo. Il calcolo non è affatto semplice perché dipende da una molteplicità di fattori ed è quindi bene tenere presente che bisognerebbe analizzare ogni caso in maniera a sé stante.
Proviamo comunque a fare qualche ipotesi.
Consideriamo un nucleo familiare di 4 persone che vivono in un appartamento di 100 mq situato nella Pianura Padana, mediamente isolato dal punto di vista termico, dotato di caldaia a metano per la generazione di energia termica e per la produzione di acqua calda per riscaldamento.

Come calcolare la spesa per il riscaldamento

La potenza necessaria per scaldare l’abitazione e mantenerla ad una temperatura di comfort abitativo (20°) è espressa dalla seguente formula:
Volume x Coefficiente Termico= Kw necessari
Il coefficiente termico dipende da diversi fattori come:
– Coibentazione/Isolamento termico
– Numero e tipo di finestre
– Qualità dei vetri e tipologia di infissi
– Presenza di vetrate/lucernari
– Numero di porte
– Esposizione
– Presenza di sistema di ventilazione forzato
– Altri fattori edilizi

Esso è un numero che in zone non molto fredde va da 0,03 per case recenti e ben isolate fino a 0,08 e oltre per case datate e poco isolate. Il volume da riscaldare corrisponde a quello delle varie stanze le quali hanno un altezza di mt 2,70 e sarà quindi p ari a mc 270. Nel nostro caso, per il Coefficiente Termico assumeremo un valore intermedio pari a 0,06.
Risulta: mc 270 x 0,06 Kw/mc = 16,2 KW

Questo valore rappresenta una potenza istantanea. L’energia si ottiene moltiplicando tale valore per il periodo di funzionamento della caldaia. Ai fini del nostro ragionamento però non consideriamo l’energia spesa per riscaldare l’acqua di bagni e cucine dato che rimane praticamente la stessa sia che la casa abbia o non abbia il cappotto e ci concentreremo solo su quella spesa per il riscaldamento.
Ricordiamo che solamente un tecnico adeguatamente preparato sarà in grado di eseguire una stima precisa del reale fabbisogno energetico di casa vostra.
Vi sconsigliamo quindi di fidarvi di stime approssimate eseguite da tecnici commerciali il cui scopo primario è quello di vendervi il proprio prodotto.
Ritorniamo al nostro esempio:
Il costo del gas metano domestico si aggira sull’ordine degli 0,80 €/mc a seconda del fornitore al dettaglio e della quantità di consumo, dove per “mc” si intendono i metri cubi standard, cioè quelli riportati anche nelle bollette. Occorre sapere che ogni metro cubo di metano fornisce 9,6 kWh termici. Tuttavia i kWh termici effettivi forniti dipendono dall’efficienza di combustione della caldaia (ogni 2 anni è obbligatorio il controllo dei fumi della caldaia e in quell’occasione questo parametro vi viene misurato), che per una caldaia a gas a condensazione si può stimare del 95% (alcuni costruttori garantiscono in casi particolari rendimenti vicini al 100%). Dunque, 1 mc di gas
fornisce, nella realtà, circa 9,12 kWh termici al costo di circa €0,80.

La spesa necessaria in un ora per mantenere la temperatura di comfort nella nostra casa sarà quindi pari a:
(16,2/9,12 ) x €0,80= €1,42
Se la caldaia funziona 10 ore al giorno si ottiene una spesa di € 14,2/giorno, e ipotizzando un funzionamento di 6 mesi all’anno (in pianura Padana) si ottiene una spesa di metano per il solo riscaldamento pari a € 2.556/anno.
NB: non preoccupatevi se siete una famiglia che abita in una casa di 100 mq in Pianura Padana e il dato ottenuto non coincide con il vostro. Come ho detto tale valore dipende da molti fattori. Se avessimo considerato una casa più recente, costruita con migliori criteri di efficienza energetica (coefficiente termico = 0,04), avremmo ottenuto: Potenza necessaria: 10,80 Kw, Costo orario: € 0,95, Costo annuo: € 1.705 (molto più in linea con i valori ISTAT ma l’ISTAT purtroppo non fa sapere quali sono le caratteristiche della casa dell’italiano medio dal punto di vista dell’efficienza energetica e sappiamo che i consumi a Milano e a Napoli sono molto diversi).

Cosa si ottiene facendo il cappotto?

E’ bene ricordare che le spese per fare il cappotto sono detraibili al 65% (contro il 50% degli impianti fotovoltaici).
Facendo il cappotto si ottiene un miglioramento delle prestazioni energetiche di tutto l’involucro dell’edificio che in questo modo disperderà meno calore in inverno e si scalderà meno d’estate. Ricordiamo infatti che anche le spese per il condizionamento estivo incidono negativamente sul budget familiare. Sostanzialmente il cappotto va a modificare il valore di quel Coefficiente Termico di cui abbiamo parlato al paragrafo precedente. Gli elementi che incidono nello stabilire tale coefficiente li abbiamo già elencati ma quelli su cui possiamo agire per ottenere gli effetti migliori sono le finestre e soprattutto la struttura delle pareti esterne (purtroppo il clima non lo possiamo
cambiare….). La capacità di isolare di un materiale è specificata da una grandezza definita Trasmittanza termica, indicata con il simbolo Ut: più è alta e più il materiale è un cattivo isolante.
Anche le pareti degli edifici hanno una loro trasmittanza termica. La legge (norma UNI EN ISO 6946) prevede che per le pareti verticali esterne degli edifici di nuova costruzione il valore di Ut sia inferiore a 0,23.
Nel nostro caso, ipotizzando una parete a cassetta con uno strato intermedio di lastre in poliuretano e intonaco su entrambe le facce, il valore di Ut sarà circa di 0,54 W/mqK.
La semplice applicazione di un cappotto in polistirene dello spessore di cm 12 abbatte il valore della trasmittanza termica delle pareti esterne portandolo a circa 0,19 W/mqK. Un valore che, tra l’altro, consentirebbe di realizzare abitazioni in classe A+.
Essendo l’energia dissipata proporzionale al valore di Ut, si ha che la dispersione tramite le pareti verticali si ridurrebbe di circa il 65%. Nel complesso però la dissipazione di energia si verifica anche attraverso le finestre e il tetto. Se la famiglia abitasse in una casa singola allora si potrebbe eseguire anche l’isolamento termico del tetto ottenendo una riduzione complessiva delle dispersioni di circa il 55% su tutto l’involucro dell’edificio, finestre comprese. In termini economici ciò corrisponderebbe ad un risparmio pari a: 2.556 x 55% = € 1.405,80
Portando la spesa per il metano da riscaldamento da € 2556 a € 1150 all’anno.

In quanto tempo si ammortizza la spesa del Cappotto?

Attualmente i costi per un cappotto esterno, comprendendo i costi dei ponteggi, del lavaggio preliminare delle superfici da rivestire, del prolungamento dei davanzali, ricollocamento degli oscuri, delle tegole, guaine, ecc, si aggira chiavi in mano sui 110 euro a metro quadro di superficie da rivestire. Nel nostro caso ipotizziamo che la casa di 100 mq abbia una dimensione di circa 10mt x 5 mt x 6,30 mt di altezza. L’involucro esterno, compreso il tetto, misura circa:
mq (10+5) x 2 x 6,3 (pareti) + mq 60 (tetto) = mq 250 circa
Il costo complessivo sarà di circa €/mq 110 x mq 250 = € 27.500
Grazie alla detrazione fiscale del 65% metà dell’importo pari a € 17.875 si recupera in 10 anni.
I rimanenti 9.625 verranno ammortizzati in ragione di € 1.405,80 all’anno (vedi paragrafo precedente) il che significa un ammortamento totale in meno di 7 anni (!!!)
In pratica dopo 7 anni il prezzo del cappotto sarà completamente ammortizzato
ma a differenza dell’impianto fotovoltaico, che dopo 20 anni va incontro ad una sensibile perdita di rendimento, il cappotto garantirà per tutta la sua vita lo stesso rendimento, ovvero lo stesso risparmio. Anzi, dato che il prezzo del gas è destinato sicuramente ad aumentare, aumenterà anche il risparmio.

Spesa per la corrente elettrica

Per l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA), la famiglia italiana media ha consumi medi di energia elettrica di 2.700 kWh all’anno e una potenza impegnata di 3 kW (fonte: comunicato ARERA del 28 settembre 2023).
Vediamo di fare un esempio. A differenza di quanto fatto nei paragrafi precedenti con il gas, in questo caso possiamo fare a meno di considerare la caratteristiche fisiche dell’abitazione in quanto il consumo elettrico dipende solo dalla potenza delle apparecchiature elettriche utilizzate. Possiamo quindi tranquillamente rifarci ai dati riportati dall’ AEEGSI e provare a capire quanto è conveniente un impianto fotovoltaico per la famiglia italiana media.

Quanto costa il Fotovoltaico?

Il costo medio di un impianto fotovoltaico da 3 Kw si aggira sugli 6.000 euro, ( si può arrivare anche a 5.000 euro ma con qualità e rese inferiori ) compresi i costi di:
– installazione elettrica e meccanica
– cavi e minuteria elettrica
– collaudo finale
Il costo dipende dalla qualità dei componenti impiegati, soprattutto i pannelli e l’inverter.
In caso di installazione su tetto esistente bisogna però prevedere anche i costi di assistenza da parte di personale edile specializzato (non compresi nel costo dell’impianto) per la rimozione dei coppi, la fornitura e posa del basamento in lamiera grecata su cui verrà posato l’impianto, l’eventuale ripresa o sigillatura di guaine, il riposizionamento dei coppi o tegole e la realizzazione di eventuali ponteggi per svolgere i lavori in sicurezza. Possiamo considerare quindi altri € 1.000 – € 1.500 di spesa. In totale arriviamo a circa € 7.500.
I costi per l’installazione di impianti fotovoltaici sono detraibili al 50% quindi nel caso in esame si potranno detrarre dai redditi € 375 all’anno per un periodo di 10 anni. A questi ovviamente si aggiungono i soldi risparmiati che derivano dal mancato utilizzo dell’energia elettrica di rete al posto della quale verrà utilizzata l’energia autoprodotta con l’impianto fotovoltaico. A tal fine è importante conoscere quanta energia produce un pannello fotovoltaico e quanta di questa energia effettivamente riusciamo ad utilizzare.
L’energia elettrica prodotta da un impianto fotovoltaico dipende essenzialmente dai seguenti fattori:
1) la radiazione solare incidente sul sito di installazione;
2) l’orientamento e l’inclinazione della superficie dei moduli;
3) la presenza di ombreggiamenti o sporco;
4) le prestazioni tecniche dei componenti dell’impianto (moduli, inverter, etc.).

Ad esempio, per un impianto fotovoltaico da 1 kWp di potenza nominale, con orientamento ed inclinazione ottimali e in assenza di ombreggiamento, in Italia è possibile stimare le seguenti producibilità annue massime:
regioni settentrionali: 1.000 – 1.100 kWh/anno;
regioni centrali: 1.200 – 1.300 kWh/anno;
regioni meridionali: 1.400 – 1.500 kWh/anno.
Una stima precisa e personalizzata dell’elettricità prodotta deve invece tener ben conto dei vari fattori citati. Un impianto da 3 KWp di potenza nominale al nord sviluppa un energia circa 3300 KWh/anno ma non tutta questa potenza potrà essere utilizzata dato che dopo l’imbrunire l’impianto non produce più e si è costretti all’utilizzo dell’energia fornita dalla rete.

Mentre la produzione di un impianto è abbastanza prevedibile, lo stesso non si può dire per il risparmio che l’utilizzo dell’impianto consentirà ad una famiglia, in quanto la quota di energia consumata rispetto a quella prodotta dipende dalle abitudini e d allo stile di vita di quella famiglia ma soprattutto….dalle dotazioni impiantistiche della casa in cui vivono.

Quanto si risparmia con il Fotovoltaico?

La risposta più onesta è: dipende.
Mentre non possiamo decidere di tenere la casa al freddo o di lavarci con l’acqua fredda, è invece possibile abituarci ad un utilizzo più consapevole e razionale dell’energia elettrica. E’ chiaro che dopo aver installato il fotovoltaico una famiglia cercherà di farne l’utilizzo più intelligente possibile il che significa che bisogna concentrare il più possibile l’utilizzo delle apparecchiature elettriche (phon, lavatrici, lavastoviglie, condizionatori, aspirapolveri ecc) nelle ore diurne, in cui l’impianto produce energia. L’ideale sarebbe dotare frigorifero e congelatori di batterie che ne consentano l’utilizzo anche durante la notte.
Ritorniamo al caso della famiglia media. Dei 2700 Kwh consumati in un anno quanti non potranno essere forniti dall’impianto fotovoltaico? Un frigorifero in classe A++ consuma circa 190 Kwh/anno mentre un condizionatore da 12,000 btu con un buon indice di efficienza stagionale (SEER) utilizzato di notte per sei mesi all’anno consuma circa 900 Kwh. A questi bisogna aggiungere circa 130 Kwh di corrente per illuminazione dato che mediamente tra estate e inverno da quando tramonta il sole a quando andiamo a dormire utilizziamo l’illuminazione artificiale per circa sei ore. In un anno, frigo più condizionatore più luce consumano circa 1220 Kwh che dovranno essere comunque acquistati dal distributore. I rimanenti 2700-1220 = 1480 Kwh potrebbero essere forniti dal fotovoltaico per un risparmio corrispondente di circa € (1480 x 0,25) = 370 €/anno tasse incluse.
Abbiamo detto che un impianto da 3 KW di ottima qualità, con annessi e connessi, chiavi in mano costa circa € 7.500 e che la metà ovvero €3.750 si possono recuperare in dieci anni con le detrazioni fiscali. Ai 370 €/anno di detrazione fiscale si andrà a sommare il ricavato del “Ritiro dedicato” in base al quale il GSE (Gestore Nazionale dell’energia elettrica) riconosce oggi circa 0,15 € per ogni kWh immesso in re te quindi per un impianto in nord Italia (vedi paragrafo precedente) pari a : (3.300 1.480) kWh x 0,15 €/kWh = 273€/anno. In totale tra risparmio in bolletta, ritiro dedicato e detrazione fiscale il risparmio si quantifica in circa: (375+370+273)€/anno= 1.018€/anno
In definitiva, l’impianto sarà completamente ammortizzato dopo 7 anni di utilizzo dopodichè, terminato il periodo di recupero della detrazione fiscale, garantirà un risparmio annuo di € 643 dal 10° in poi (leggermente decrescente in linea con il calo di produttività del fotovoltaico).

Considerazioni finali

In termini economici, una famiglia dovrebbe investire con l’obiettivo di intervenire ove la spesa è maggiore. Per la famiglia presa in esame (riscaldamento con caldaia a gas) abbiamo visto che il cappotto si ammortizza completamente in 10 anni e per tutti gli anni a venire la famiglia godrà di un risparmio di € 1.405 all’anno mentre il fotovoltaico si ammortizzerebbe in 7 anni ma consentirebbe un risparmio nettamente inferiore (meno della metà), soprattutto dal 10 anno in poi.
In questo caso la scelta più conveniente sarebbe quindi il cappotto ma per una famiglia dotata di impianto di riscaldamento a pannelli radianti collegati ad una pompa di calore il ragionamento potrebbe ribaltarsi. La cosa importante è affidarsi ad un tecnico specializzato e investire una piccola somma per capire caso per caso quale sia il tipo di efficientamento energetico più conveniente per voi.
RESTAURIAMO CASA pone da sempre in massima considerazione gli aspetti legati al rendimento energetico degli edifici e sarà in grado di consigliarti l’investimento più conveniente.

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